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Tutti gli analisti del settore assicurativo concordano nel definire il 2016 come l’anno dell’effettiva esplosione dell’Insurtech. Eppure sono ancora in molti ad accusare influencer e giornalisti di fare terrorismo mediatico. La rivoluzione digitale, in realtà, è ormai in atto e difficilmente arresterà il suo passo. Anzi nel 2017 è previsto un incremento degli investimenti nel comparto dell’insurtech (nel 2016 gli investimenti globali hanno raggiunto la cifra record di 3,35 miliardi di dollari).
Per capire la portata di questa rivoluzione basta dare un’occhiata all’immagine qui sotto (Insurance 2016: The Recap, Coverger). L’infografica illustra le 170 aziende dell’insurtech che hanno ricevuto investimenti nel 2016. A fare da padrona sono gli Usa che hanno in dote 100 startup. A seguire l’Europa con 41 e poi l’Asia con 19.
Gli investimenti più consistenti sono stati fatti in startup che forniscono assicurazioni sanitarie. In questo settore la regina incontrastata è stata l’azienda cinese Ping An Good Doctor con 500 milioni di dollari raccolti. Segue il comparto auto con la startup californiana Metromile a fare da capofila (103,1 milioni di dollari), I settori che invece hanno ricevuto meno investimenti sono quelli vita e per le piccole imprese.
Se invece dividiamo gli investimenti secondo la tecnologia su cui si basa la startup, scopriamo che gli investitori hanno scommesso soprattutto su data&analytics (più di 1 miliardo di investimenti). L’Internet of Thing considerato, insieme all’intelligenza artificiale, la tecnologia del futuro ha invece raccolto solo 24 milioni di dollari.